Di Frida Kahlo, un’avventura in libreria e la ricetta del burrito tex mex (vegan e senza glutine)

foto-5(1)FRASI-fRIDA-kAHLòOHo conosciuto Frida Kahlo qualche anno fa, grazie allo splendido film con protagonista Salma Hayek. Ve lo straconsiglio anche se, a mio avviso, conviene avere una buona scorta di fazzoletti!!! Di questa pittrice messicana mi hanno colpito innanzitutto lo spirito ribelle e la grande forza vitale nel superare una serie incredibile di difficoltà, come l’incidente che l’ha costretta a dover subire una sfilza di dolorose operazioni o la travagliata relazione con Diego Rivera.

Quando ho saputo che sarebbe stata ospite della mia città, con una mostra a lei dedicata, non stavo più nella pelle all’idea di poter vedere da vicino alcune delle sue opere!

Mi sono presentata a Palazzo Ducale, sede dell’evento, con il cuore in festa. Ho fatto i gradini di corsa, pronta a tuffarmi nel magico mondo colorato tutto cactus, sangue, fiori, animali, ritratti e scheletrini dai sorrisi sgangherati in grado di far impallidire Tim Burton…e cosa scopro? Che la mostra è terminata il giorno prima.

Avete presente l’urlo di Munch? Beh, la mia faccia più o meno era quella. Ho avuto S-E-I mesi per visitare la mostra, e mi presento in ritardo di 1 giorno.

frida-kahlo

Io comunque ero motivaterrima a incontrare Frida. L’idea di tornare a casa a bocca asciutta proprio non mi andava giù.

Così mi sono diretta alla libreria più vicina, ho raccolto tutti i libri che la riguardano, illustrati e non, e mi sono poltronizzata, mimetizzandomi con la seduta modalità camaleonte, rendendomi invisibile ai frequentatori e ai commessi per affrontare in tutta pace il mio viaggio tra Messico e nuvole. Così è iniziato il mio pomeriggio messicano. Beh, non è stato proprio come aver visto la mostra… però è stata comunque un’avventura fantastica :-) Anche perchè viaggiare con la fantasia è davvero un bel modo per evadere un po’, non trovate? Economico, si può fare in qualunque momento e luogo, persino un’affolatissima libreria!

Frida FRASI-fRIDA

Il messaggio che straripa dalle opere di Frida, nonostante le tante sofferenze, è un vero inno alla vita, vissuta con enfasi, nella gioia quanto nei dispiaceri ed evocato dai colori schietti e profondi della terra del Messico.

Tempo fa ne avevo già parlato qui sulla Balenina, con un libro dedicato ai più piccoli :-)

Frida-Kahlo-messico

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Dopo aver viaggiato nei colori del Messico, tornata a casa mi è venuta voglia di provare un piatto tex mex: il burrito.

burrito-vegan

Solitamente il burrito è composto da una tortilla di mais ripiena di carne. Negli USA il ripieno include anche altri ingredienti come riso, lattuga, pomodori, guacamole e formaggio quindi lo spessore della tortilla aumenta considerevolmente.

Io ho pensato di veganizzare questa ricetta, proponendovi un ripieno di fagioli speziati in perfetto stile tex mex, verdure fresche e salsa guacamole. Che ve ne pare?

(NB: Per la salsa guacamole ho utilizzato una ricetta presa dal blog giallozafferano, solo ho usato il limone al posto del lime e della polpa di pomodoro anzichè il pomodoro fresco, visto che in questa stagione non se ne trovano ancora…col pomodoro fresco sarà tutta un’altra cosa!)

Per realizzare le tortillas in realtà ci ho messo quasi una settimana di tentativi… perchè mi risultavano troppo spesse oppure mi si rompevano nel piegarle… leggendo in internet ho visto che alcuni usano una speciale pressa, che io non ho. A proposito ho trovato però un valido trucchetto sul blog di Teresa, che ha utilizzato una grande pentola al posto della pressa, e devo dire che ha funzionato. In alternativa se siete brave col mattarello, potete provare a stendere l’impasto posizionandolo tra due fogli di carta da forno, come viene spiegato qui.

C’è chi utilizza normale farina di frumento per fare le tortillas, io ho voluto usare la masa harina, ovvero farina di mais bianco, come nella ricetta originale. La si può trovare nei negozietti etnici. La mia arriva dal Salvador, grazie a due care amiche Roxana Matilde e Mirna, che me ne hanno portato un pacchetto.

La masa harina non contiene glutine, risulta quindi un impasto piuttosto delicato da maneggiare, ma con un po’ di esperienza riuscirete a ottenere un risultato soddisfacente. E sono davvero buonissime, anche mangiate così, come accompagnamento al posto del pane.

INGREDIENTI

(per 2 tortillas di circa 15 cm di diametro):

100 gr masa harina (farina di mais bianco);

150 ml acqua;

1 pizzico di sale integrale bio;

(per il ripieno di 2 tortillas):

200 gr fagioli borlotti secchi bio;

1 foglia di alloro bio;

2 cipolle rosse bio;

1 carota bio;

2 foglie di lattuga bio;

50 gr mais dolce bio;

(per il mix di spezie tex mex):

1 cucchiaino paprika bio;

1 cucchiaino semi di cumino bio;

1/2 cucchiaino pepe nero bio;

1/2 cucchiaino semi di sedano bio;

1/2 cucchiaino coriandolo bio;

1 chiodo di garofano bio;

1 pizzico di sale integrale bio;

(per la salsa guacamole di accompagnamento):

1 avocado maturo bio ed equo;

1/2 spicchio d’aglio bio;

1/2 cucchiaino cumino;

1 cucchiaino peperoncino bio;

1/2 cipolla rossa bio;

il succo di 1/2 limone bio;

100 gr polpa di pomodoro bio;

sale integrale bio q.b.;

olio extra vergine d’oliva q.b;

burriti

Per preparare le tortillas ho mischiato la farina con l’acqua, in cui avevo disciolto il sale. Si ottiene così un impasto compatto, che ho diviso formando due palline. Ho adagiato una delle due palline su un foglio di carta forno, poi ricoperta con un altro foglio di carta forno, e infine ho messo sopra una pentolona voluminosa (tipo quella di Gargamella per il succo di puffragole, avete presente?!). Sono salita sulla pentola, pressando fino a ottenere una tortillas sottile. Stessa cosa con l’altra pallina.

Nel frattempo avevo messo a scaldare una padella (se avete quella da piadina tanto meglio!) e aiutandomi con la carta forno ho spiattellato la tortillas sul fondo, girandola dopo qualche minuto.

Ho messo in ammollo i fagioli per una notte. Il giorno dopo li ho cotti in acqua, con 1 fogliolina di alloro.

Una volta pronti li ho scolati e messi in padella con le cipolle tagliate finemente, 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, il sale e il mix di spezie tex mex. Ho coperto e lasciato cuocere a fiamma bassa per qualche minuto, aggiungendo un po’ d’acqua, finchè la cipolla si è dorata e ammorbidita.

A parte ho steso una foglia di lattuga sopra le tortillas. Ho aggiunto la carota taglata a filettini, il mais e la salsa guacamole, poi i fagioli.

Ho chiuso le tortillas aiutandomi con un tovagiolo, visto che il ripieno andava da tutte le parti!

Di buoni propositi (alcuni veri, altri fuffa), 20 libri + 1, autoproduzione di kombucha e una ricetta RAW

quadernino sogni

Ogni anno, come sapranno gli aficionados, mi ostino a fare una lista di buoni propositi. Alcuni fattibili. Altri no. Eppure io continuo a segnarli in quel quadernino a fiori blu. Tra questi ce ne sono un paio che definirei ‘gli intramontabili’ (e altrettanto ‘insormontabili’). Tipo ‘praticare regolarmente uno sport’.

AHAHAHHAHAHAHAH

AHAHAHHAHAHAHAH

Vabbeh, ho ancora 11 mesi. Intanto ho adottato una nuova strategia. Niente iscrizioni a corsi, palestre… questa volta non ci casco! Con un modico investimento (6 euro e 99 cent!!), ho acquistato un DVD di GAG (Gambe Addominali Glutei). Vediamo se così aggiro l’ostacolo (l’ostacolo sono sempre io, tra l’altro!). Ma non potevo pensarci prima?

bridget_jonesInsomma, non ho bisogno di uscire, al freddo, sotto la pioggia, mollare il teporino di casa ed avventurarmi là fuori. Non mi devo nemmeno depilare per forza, che sennò negli spogliatoi mi tocca fare contorsionismi per non far fuoriuscire centimetri di pelliccia (la mia) invernale… No, posso stare in pigiama, o indossare quello che mi pare, struccata, saltellare senza dover trattenere la panza. Basta prendere il telecomando e schiacciare PLAY, per dare inizio a un’ora di piegamenti e saltellini forennati, che anche se sono scomposta chissenefregadituttosìììì… Poi, avete visto in questi video che po’ po’ di ambientazioni? In quello che ho comprato c’è una specie di Barbie sorridente che fa esercizi (oh, non smette un minuto di sorridere) su una spiaggia caraibica. Poi la scena si sposta su un laghetto incantato del Canada. Maledetta Barbie sorridente.

crediciComunque. Tutto questo, del video dico, fa molto anni ’80. Almeno quanto il frisè, gli scaldamuscoli e la lacca per capelli. Ora, ho trovato qualche altra pazza sostenitrice di questo progetto… sento che insieme svolteremo!!

anni-80Ma veniamo agli obbiettivi più fattibili (meno male che ci sono anche loro, sennò ciaociao autostima), tra questi il mio preferito è senz’altro voler leggere di più.

Con grande gioia sono venuta a conoscenza di un’iniziativa del Corriere della Sera, che si chiama #StoriediCucina. Si tratta di 20 avventure culinarie per celebrare il grande amore fra scrittura e buona tavola.storiedicucina Tra le uscite di febbraio ce n’è una di cui ho già parlato qui, Afrodita, di Isabel Allende, da cui ho tratto ispirazione per una salsa afrodisiaca, e più avanti ci sarà anche Kitchen, di Banana Yoshimoto, una delle mie scrittrici preferite.

Ecco, tutto questo esula un po’ dai libri strettamente vegan di cui parlo in questo spazio, ma l’ho trovata un’iniziativa interessante e mi andava di segnalarla :-)

 

***

ESSENZA_DEL_CRUDO

Ma ora veniamo alla recensione di oggi, quella di un libro di ricette interamente RAW e vegan (altro buon proposito: mangiare più cibo crudo!). Molti di voi già lo conosceranno, si tratta di L’essenza del crudo, di David Coté e Mathieu Gallant, edito da Sonda.

fratelli raw

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Il formato è quello maxi dei ricettari Sonda, con grandi foto a colori a tutta pagina che accompagnano i piatti (tempo fa avevamo sfogliato insieme altri due libri di questa casa editrice, ricordate? Grigliate vegan style e Erbe spontanee).

Le prime pagine sono dedicate a presentare il progetto dei due autori, partito nel 2007 con Crudessence, un piccolo locale adibito inizialmente a rosticceria e mescita di kombucha (tè fermentato, originario della Cina, ottenuto dalla fermentazione di zucchero e tè, considerato un elisir di lunga vita in quanto facilita la digestione, rafforza il sistema immunitario e costituisce un’eccellente fonte di probiotici e acidi organici). Quattro anni dopo David e Mathieu aprono due ristoranti e due self service, con un’equipe di oltre 70 collaboratori… una crescita tanto rapida che attribuiscono alla vitalità contagiosa sprigionata dalla loro alimentazione :-)

kombucha_cos'è

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crudessence_ristorante

immagine web

Entrando nel vivo delle ricette, si parte con alcune basi che vanno dal succo di zenzero al grano saraceno germogliato; segue la sezione dedicata alle bevande, ovvero latte di mandorle e canapa, ma anche frullati, succhi, tisane.

Personalmente ho trovato molto interessante la parte dedicata alle zuppe, dal momento che per me tradizionalmente rimandano a un’immagine di ciotola fumante, o comunque a base di ingredienti cotti. Qui si va dalla vellutata di spinaci e pistacchi alla crema di pomodori, ma anche zuppa di cipolle, carote e curry, crema di champignon, zuppa vietnamita, gazpacho e tante altre idee.

Segue una sezione dedicata alle insalate, poi creme, salse e patè e i fermentati, ovvero come realizzare un formaggio di anacardi, il kefir, il kombucha (LANCIO UN APPELLO, SE QUALCUNO ZONA LIGURIA AVESSE DELLA ‘MADRE’ DI KOMBUCHA…SCRIVETEMI!), lo yogurt di noci; si prosegue con preparazioni che necessitano di essere sottoposte a disidratazione, come polpette, falafel, tortillas, nachos, pane alla cipolla, pizza, crepes dolci e salate, chapati, crackers, chips, muesli.

Tra gli antipasti trovate la ricetta che ho voluto provare oggi qui sulla balenina (involtini di foglia di riso con vegepatè), fattibile con ingredienti reperibili in questa stagione e usando il solo mixer. Molto interessanti sono anche le bruschette, gli involtini con zucchine ripieni di ‘ricotta’, le tagliatelle al pesto, i nigiri con cavolfiore e le barchette di indivia farcita. Seguono i piatti principali, ovvero pizza, lasagne (correte a vedere la versione di Claudia, ispirata da questo libro), burger, panini, cannelloni, crepes, spaghetti al pesto, spiedini.

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immagine dal libro L’essenza del crudo

Per chiudere in bellezza non potevano mancare i dolci, che rappresentano la parte che preferisco (maddai!): biscotti, mousse al cioccolato (stomaleee), torta cioco-banana… e finiamola qui che ho già la bava tipo San Bernardo! (immaginatemi mentre scrivo con davanti le foto…come si fa!!!)

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immagine dal libro L’essenza del crudo

Bon. Ricettina?

involtini-vegepatè

INVOLTINI PRIMAVERA AL VEGEPATE’

INGREDIENTI del vegepatè:

100 gr semi girasole;

75 gr carote tagliate grossolanamente;

15 gr (1 cucchiaio e mezzo) di cipolla rossa;

2 cucchiai di prezzemolo;

2 cucchiai olio di girasole spremuto a freddo;

1 cucchiaio e mezzo di aceto di mele;

1 cucchiaio di succo di limone;

1 cucchiaio di zenzero tritato;

1 piccolo spicchio d’aglio;

1/2 cucchiaino di sale integrale;

1 cucchiaio di lievito alimentare;

40 gr semi di sesamo.

Ho ammollato i semi di girasole 8 ore, poi li ho sciacquati e scolati.

Ho versato tutti gli ingredienti nel mixer fino a ottenere un impasto liscio e cremoso.

(si conserva fino a 5 giorni in frigo in un contenitore ermeticamente chiuso)

INGREDIENTI degli involtini:

2 fogli di riso, tipo quelli in foto;

5 foglie di insalata (loro usano lattuga);

1 gambo di sedano;

3 gr cipolla (1 cucchiaino);

1/4 di ricetta del vegepatè;

semi di papavero o sesamo nero;

(NB: nell’originale c’era anche la zucchina, che non ho preso perchè non è di stagione e i germogli di trifoglio)

fogli_di_riso

foglio di riso prima di bagnarlo con acqua

 

Ho bagnato i fogli di riso (operazione delicata, nel senso che bisogna trovare il tempo giusto…troppo poco restano duretti, ma basta poco e si rompono tutti se si esagera con l’ammollo…sulla confezione dice: 15 secondi!) e stesi sul piano da lavoro. Ho messo al centro le foglie di insalata e ricoperte con le carote, il sedano tagliato a striscioline e la cipolla. Ho ricoperto con il vegepatè e un’altra foglia di insalata e chiuso la foglia di riso, che ho rotolto nel sesamo nero.

Ho infine tagliato a metà gli involtini e servito.

(uh, i ciuffi delle carote possono servire per una salsa chimichurri da leccarsi i baffi, presto posterò la ricetta!)

Che ne pensate? Vi va un morsetto?

involtini_di_riso_crudisti

:-)

Con questa recensione partecipo all’iniziativa promossa da Annalisa di passatotralemani, il giovedì del libro di cucina, condivisa anche dalla pagina FB Genitori Veg, siete già andati a leggere le altre recensioni?

Se vi incuriosisce l’argomento ‘raw’, vi segnalo anche un altro libro di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, Meglio crudo, di Rosanna Gosamo, edito da Sonda :-)

menù vegan e gluten free di Natale! Si parte con un antipasto di involtini di cavolo viola aromatizzato alla mela, uvetta e composta di ribes nero

foto

Ogni giornata grigia ha i suoi colori di cui riempirsi gli occhi.

Piccole magie che la Natura ci offre lungo il tragitto verso casa, come una foglia che nuota in una pozzanghera, pennellate di calore nel freddo di una mattina autunnale. O il viola acceso di questi cavoli, che mi hanno subito attirato al banchino di frutta e verdura dove faccio la spesa.

Lo scorso anno a quest’ora ero immersa in un viaggio on the road per l’India, festeggiando il Natale tra mucche e mantra. Quest’anno, freschi di ingresso nella casa nuova, la voglia di tana è invece più viva che mai… vorrei farla mia, anche se per ora mi sento quasi ospite… come se dovessi chiedere il permesso a qualcuno per aprire i cassetti delle posate o il frigo. Ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi, per farla ‘nostra’… anche nei profumi!

Di certo, con la ricetta che ho preparato oggi, ho contribuito a diffondere nell’aria un odore più famigliare. A proposito mi è tornata alla mente una frase di un libro che amo molto, in cui Salinger descrive alla perfezione ciò di cui parlo…

C’era un odore così buono.. un odore come se fuori piovesse anche quando non pioveva e voi eravate nell’unico posto caldo e asciutto del mondo…

Il giovane Holden, J.D. Salinger

Ecco. Oggi per la prima volta da quando siamo entrati qui (una settimana appena!) ho sentito proprio quell’odore.

Ma ora veniamo alla ricetta.

foto(1)

L’idea di abbinare il cavolo viola alla mela verde, aggiungendo uvetta e composta di ribes nero, non è mia, ma della bravissima Katie Quinn Davies, e l’ho presa dal suo libro di ricette In cucina con Katie. Per la verità è un libro per nulla vegan, ma ho trovato diversi spunti di piatti facilmente veganizzabili, come questo.

Non ho resistito all’impulso di comprarlo soprattutto per le foto. Katie infatti oltre che cuoca di successo è una gran fotografa. Ah, ed è pure incredibilmente gnocca. Una sorta di Barbie col grembiule.

katie

Uh. A proposito, donne ‘normali’, mi rivolgo a voi: consiglio di usare un paio di guanti per pulire e affettare il cavolo. A me sono rimaste le mani viola per due giorni. Katie invece nella foto sfoggia una manicure perfetta, oltre ovviamente a un brillante da duemilioniepassa di carati. Ma lei è una di quelle che si svegliano già così, con la piega fresca di parrucchiere. Mica come me che sembro il gobbo di Notre Dame in una giornata no…!

Poi, rispetto all’originale ho sostituito lo zucchero raffinato con quello integrale grezzo di canna; non ho usato burro (nè margarina); ho scelto l’aceto di mele anzichè quello di vino; ho saltato in padella anzichè stufare al forno e ho infine realizzato degli involtini da servire come antipasto. Se saltate quest’ultimo passaggio avrete invece un contorno, da servire con patate al forno o in abbinamento a un’arrosto di seitan oppure, per una versione completamente gluten free, con un polpettone di legumi.

Non è una ricetta velocissima, richiede un po’ di preparazione visto che il cavolo ha bisogno dei suoi tempi, ma ne varrà la pena!

libro cucina

INGREDIENTI:

(per 20 involtini, o se usato come contorno, per 5 persone)

-1 cavolo viola bio da 1 kg;

-100 ml aceto di mele bio;

-30 gr zucchero integrale grezzo di canna bio;

-2 cucchiai di mela verde bio tipo Granny Smith grattugiata;

-2 cucchiai uvette bio;

-3 cucchiai composta di ribes nero bio;

-acqua (circa 350 ml);

-1 pizzico sale integrale bio;

Ho sciacquato il cavolo e tolto le foglie più esterne (10 foglie in tutto, tagliate  a metà), che ho poi messo in acqua bollente finchè non si sono appassite, per poterle maneggiare meglio per fare gli involtini. Per evitare di romperle mentre ‘sbucciavo il cavolo’ le ho incise a metà, man mano che toglievo strati. Ho poi tolto la parte centrale più coriacea con un coltello.

Messe da parte le foglie esterne per realizzare gli involtini, ho affettato molto finemente il resto del cavolo per il ripieno.

Nel frattempo in una padella ben capiente ho messo l’aceto, lo zucchero, l’acqua e il sale, facendo andare a fuoco medio finchè non si è sciolto lo zucchero. Ho aggiunto il cavolo tagliato finemente e ho messo il coperchio. Ho fatto cuocere a fuoco moderato per circa 1 ora, finchè il cavolo non è risultato tenero. A quel punto ho spento il fuoco, aggiunto la mela grattugiata, le uvette e la composta di ribes nero, mescolato e lasciato riposare e amalgamare gli ingredienti per circa 15 minuti.

Ho confezionato gli involtini con dello spago, formando tanti ‘pacchettini’.

balenavolante_involtini

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Se poi volete offrire ai vostri ospiti un’alternativa RAW per un antipasto di Natale vegan e gluten free altrettanto colorato e invitante, date un occhio qui!

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Con questa ricetta partecipo alla raccolta ‘Natale in veg’ a cura di Daria di goccedaria :-)

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Prima di salutarvi, vi anticipo che il 17 gennaio dalle 11.30 alle 14.30 la Balenina parteciperà con una dimostrazione culinaria  alla conferenza tenuta dalla nutrizionista e biologa vegan Denise Filippin con VegLife#2  organizzata da sìncro presso lo spazio eventi di Tiger (Via San Vincenzo, Genova).

Di gente che parla da sola, vestaglie maculate, novità e una ricetta raw: involtini di radicchio ripieno di mela, noci e polvere di carrube

involtini_raw_balenavolante

Torno dopo un po’ di assenza dal blog: sapete che mi siete mancati, sì?

Questa è l’ultima ricetta che preparo nella mia attuale casina, prima di traslocare! Si chiude un ciclo, così ho pensato di organizzare una cena per festeggiare e ringraziare questo posto che ci ha ospitato in quest’ultimo anno.. io, il mio compagno, Medora e i gattoni.

Diverse cose mi mancheranno.. persino il mini fornetto che all’inizio detestavo! In particolare sarà strano da domani non avere più i vicini a cui sono ormai affezionata, dalla Fra con cui parliamo affacciate alle finestre urlando come due fruttivendole al mercato, a Naomi il mio vicino che mi saluta ogni mattina con la vestaglia maculata e trucco che neanche Donatella Versace alla notte degli Oscar, con la musica delle Spice Girls e Britney Spears a palla (ehm, a pensarci bene di questo forse non sentirò la mancanza…!).. uh, e il signor Luigi, il guardiano della colonia di gatti proprio qui sotto casa, che ogni tanto esce con certe perle di saggezza che poi mi restano in testa per giorni. Ma soprattutto, mi mancherà Lei. La Grigia.

Gatto_incazzato

La Grigia è un’ospite della colonia. Uno dei gatti più anziani, per essere precisi. Quella con più esperienza. La si riconosce per il pelo arruffato e lo sguardo da setiavviciniseimorto. Per un intero anno mi ha snobbata, nonostante tutti i miei tentativi di avvicinarla.. ho provato ad allungarle bocconcini prelibati, parlarle spiegandole con voce amichevole che ioumanaamicadeigatti.. tra l’altro lei si nascondeva dietro un cassonetto e spesso la gente che passava mi vedeva parlare ad alta voce da sola come una un po’ svalvolata.

Insomma, avrei anche provato ad azzardare qualche carezza, ma il fatto è che lo sguardo minaccioso non era dei più invitanti. Poi appena provavo ad avvicinarmi un po’ di più, lei scappava. Alla fine ho rinunciato per non disturbarla.

Nelle ultime settimane però, da quando ho saputo del trasloco, ho riprovato qualche timido approccio. Il più delle volte era di luna storta, ma un giorno è accaduto un miracolo che mi ha imbottito il cuore di gioia. Sua Maestà La Grigia mi ha concesso di grattarle la testa! Mi sono sciolta.. è stato il nostro saluto. Credo comunque non vedesse l’ora di sbarazzarsi di me che le facevo le vocine, mettendola in imbarazzo di fronte al resto della colonia…

Bene, ora che sapete della Grigia.. ricettina?

Questi involtini sono stati appositamente pensati per un contest, quello per festeggiare i due anni di cucinaverdedolcesalata.

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Il fatto curioso è che, mi sono resa conto, da quando ho aperto il blog (e sono passati 4 anni) ho partecipato a un solo contest. Lo scorso anno. Ed era stato organizzato sempre da lei, Mari. Forse i miei ritmi sono questi, come un bradipo della Papua Nuova Guinea che scende dall’albero una volta l’anno, per il contest di Mari, poi se ne torna lentamente sulla sua pianta a poltrire..!?!

INGREDIENTI

(PER 6 INVOLTINI)

-6 foglie di radicchio rosso tenero bio;

-1 mela bio (io ho usato la varietà Pink Lady, croccante e leggermente asprina);

-6 noci bio;

-1 cucchiaino di polvere di carrube bio;

-3 cucchiai olio evo bio;

-1 pizzico sale integrale bio;

-1 carota bio lunga;

Ho tagliato a pezzi la mela, condita con olio, sale e polvere di carrube e mescolata alle noci tritate grossolanamente.

Ho usato questi ingredienti per farcire le foglie di radicchio, che ho chiuso ad involtino utilizzando delle striscioline di carota, ottenute con un attrezzino per fare gli spaghetti di verdura. E’ simile a un pelapatate e piuttosto economico/facile da reperire!

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Qualche tempo fa vi avevo parlato (qui) della mia gita al Vegfest di Londra, uno dei maggiori festival vegan d’Europa, ricordate? Avevo promesso di raccontarvi tutto di questo meraviglioso evento e ho mantenuto la promessa: sul nuovo numero di Funny Vegan (il n. 12), dove trovate un mio resoconto dettagliatissimo e tante foto <3

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Questo mese la Balenina è andata a fare un giro da una persona speciale, Vale di Naturalentamente.it! Se già non conoscete il suo sito, vi invito ad andare a trovarla, si respira un’aria rilassata e ci si sente accolti come a casa! Insieme abbiamo chiacchierato di decrescita, autoproduzione, e un po’ di me.. se vi va di leggere questa intervista, ecco il link!

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Cestini di carasau con asparagi, mango e pinoli

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Forse un tempo eravamo tutti poeti. Lo spirito poetico è sinonimo di spirito pacifico, di integrità, di umanità nel senso più profondo.

Una società senza poesia è una società dal cuore inaridito, senza speranza, vuota.

Coltivare lo spirito poetico nella nostra vita significa nutrire di speranza il futuro della Terra.

D. Ikeda

I film di Woody Allen. I mercatini delle pulci. Il caffè in Friedrichstrasse  dove stavo seduta ore a guardare la gente passare e tradurre libri. I calzini spaiati. La casa museo di Peggy Guggenheim. La cioccolata fondente. Il primo bagno in mare dell’estate. Il profumo della pelle abbronzata dal sole. Mettere i tacchi (una volta all’anno). Le poesie.

Ecco, queste sono alcune delle cose che mi piacciono, buttate lì a casaccio.

Tra queste leggere poesie è da sempre uno dei miei passatempi preferiti, o almeno quello che ho coltivato con più dedizione e costanza.

Capite perchè quando vengo invitata a pubblicare una poesia a me cara dalle amiche blogger Serena di Enjoylifeblog e Daria di Goccedaria, mi sono subito entusiasmata..

Così eccomi qui, con una poesia di una grande a cui sono molto affezionata, Alda Merini. Quando vivevo nella metropoli ho lavorato per un periodo in un ex manicomio dove la poetessa ha vissuto a lungo, insieme ad altri grandi artisti, considerati ‘pazzi’ perchè diversi.. Ho avuto modo di leggere diverse poesie scritte da quest’autrice e ogni volta mi commuovo.

Mi piace il verbo sentire..

sentire il rumore del mare, sentirne l’odore.

Sentire il suono della pioggia che ti

bagna le labbra, sentire una penna

che traccia sentimenti su un foglio

bianco. Sentire l’odore di chi ami,

sentirne la voce e sentirlo col cuore.

Sentire è il verbo delle emozioni, ci si

sdraia sulla schiena del mondo e si

sente..

A. Merini

cestini_carasau_asparagi_vegan

Bene. Ricettina?

Tempo di asparagi e voglia di sperimentare.

Oggi, cari aficionados, propongo un antipasto: cestini di pane carasau ripieni di una fresca insalatina a base di asparagi crudi, mango e pinoli.

Più lungo a dirsi che a farsi, eh.

INGREDIENTI (per 4 cestini)

  • 2 fette di pane carasau;
  • 10 asparagi bio;
  • 1 mango bio del commercio equosolidale fairtrade;
  • 100 gr pinoli bio (o mandorle, anacardi, pistacchi, a vostro gusto);
  • 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva bio;
  • pepe bio q.b;
  • sale integrale bio q.b.;

Preparare i cestini è semplice. Il pane carasau è davvero versatile, a me piace usarlo anche al posto della pasta per fare delle lasagne vegan, se vi va di dare un occhio, ecco la ricetta.

Con uno spruzzino ho bagnato la superficie del pane carasau. Ho aspettato 1 minuto. Poi con la forbice ho ritagliato 4 tondi della grandezza giusta per rivestire altrettante formine di alluminio. Prima di metterli nelle formine le ho rivestite con della carta forno bagnata. Ho inserito il pane carasau e all’interno ho sistemato una pallina di carta forno bagnata, per aiutare a tenere la forma.

cestini_carasau_asparagi_mango_vegan

Ho infornato a 200° per qualche minuto, finchè il pane non si è dorato.

Mentre aspettavo ho preparato l’insalatina sbucciando e tagliando a fettine il mango, lavando gli asparagi e tagliandoli fini, eliminando la parte finale più coriacea (si può comunque utilizzare per fare delle vellutate, come questa). Ho mischiato gli ingredienti aggiungendo i pinoli, l’olio e il pepe.

Quando i cestini si sono dorati ho versato un po’ di insalatina in ciascuno e lasciati riposare così i sapori hanno avuto il tempo di fare amicizia.

cestini_carasau_asparagi

Con questa ricetta partecipo alla raccolta per il mese di maggio di Salutiamoci, ospitato da Felicia di ledeliziedifeli.wordpress.com. L’ingrediente del mese sono gli asparagi.

 Partecipo inoltre al ‘TheLittlePots’ Contest

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vellutata di carote viola con timo limone, accompagnata da crostini di pane integrale con cipolle al profumo di arancia

vellutata_di_carote_viola/nere_balenavolanteBagnare il coltello con acqua. Fatto.

Accendere una candela vicino al tagliere (!!!). Ce l’ho. E spero che nessuno mi veda, ora, perchè mi sento un tantino ridicola.. ehm.. poi come la spiego questa?

Aver messo la cipolla in frigo prima di affettarla. Ok.

Mettere un pezzo di cipolla sulla sommità del capo. (!!!!!!!!!!!)

Ora sì che sono pronta!

Tranquilli.. non ho svalvolato! Vi svelo subito cosa sto macchinando qui nella cucina della balenavolante, anche se magari alcuni hanno già fiutato di cosa sto parlando!

Questi che ho elencato sono solo alcuni dei rimedi della nonna su come non piangere mentre si affettano le cipolle. Visto che la ricetta di oggi ne prevede in abbondonaza, ho deciso di affidarmi alla saggezza delle nostre antenate, perchè al pari del codice civile o delle regole della Cirulla, si sa, hanno un valore Universalmente riconosciuto.

Sì, ma allora.. com’è che piango come un rubinetto?

Vabbeh, in fondo mi consolo pensando che mia nonna diceva sempre che ‘fa venire gli occhi belli’, e le nonne, si sa, hanno sempre ragione.. anche ora che i miei occhi assomigliano a quelli dell’urlo di Munch!!!

La ricetta principale di oggi è una vellutata di carote viola, che ho voluto accompagnare con delle fette di pane integrale con cipolle caramellate all’arancia.

crostini_cipolle_e_arancia_balenavolante

Delle carote nere/viola ho già scritto nel post precedente.. una cosa però mi sento di aggiungerla, per chi, come me, si diverte a giocare con i colori anche in cucina, sto scoprendo quanto questo ingrediente sia un jolly! Si presta infatti molto bene sia per i dolci che per piatti salati e ha il vantaggio di avere un sapore più discreto rispetto alla barbabietola, altrettanto ottima per colorare, ma che non a tutti piace :-)

INGREDIENTI VELLUTATA:

(per 2 persone)

250 gr di carote viola;

2 patate;

1 cipolla dorata;

2 cucchiai di olio extra vergine di oliva;

1 rametto di rosmarino;

500 ml brodo vegetale;

1 presa di sale integrale;

timo limone (facoltativo)

Ho affettato finemente la cipolla e messa a rolosolare insieme al rametto di rosmarino, finchè è diventata dorata.

Ho unito le carote e le patate pelate e tagliate a pezzi grossolanamente, l’aqua e aggiustato di sale.

Ho fatto cuocere per circa 20 minuti, finchè le verdure si sono ammorbidite.

Ho tolto il rametto di rosmarino e frullato il composto.

Ho servito con un filo di olio extravergine di oliva e qualche rametto di timo limone per guarnire e dare sapore.

vellutata_carote_viola_e_timo_limoncello_balenavolante

INGREDIENTI CROSTINI CON CIPOLLE ALL’ARANCIA:

(per 4 crostini)

2 cipolle dorate;

2 cucchiai di olio extra vergine di oliva;

1 arancia grossa o due piccole;

2 cucchiai di sciroppo di riso;

1 presa di sale integrale;

4 fette di pane integrale a piacere;

Come accennavo sopra, ho voluto accompagnare la vellutata con una ricetta molto facile, che mi ha conquistato per la particolarità del sapore e l’originalità, nonostante gli ingredienti impiegati siano davvero semplici.

Preparazione: affettare le cipolle e metterle a bagno in acqua per circa 1 ora.

crostini_cipolle_all'arancia_balenavolanteHo scolato le cipolle e fatte rosolare.

Quando si sono dorate ho  aggiunto il succo di un’arancia.

Ho mescolato e aggiunto lo sciroppo di riso e un pizzico di sale.

Quando il succo dell’arancia è evaporato e i sapori si sono ben amalgamati ho trasferito le cipolle sul pane.

Volendo stanno molto bene con qualche seme di finocchietto, e si possono servire anche come contorno in accompagnamento a delle  patate :-)

crepes vegan.. colorate!

Per la ricetta di oggi mi sono ispirata a delle crepes che avevo visto un paio d’anni fa al compleanno di una mia carissima amica. Ricordo che aveva servito a buffet delle crepes colorate con la barbabietola, così ho pensato di riproporle in chiave vegan (senza ingredienti di origine animale).
Ringrazio Marta che mi ha passato la ricetta base per preparare le crepes senza uova!

Premetto che era la prima volta che le facevo.. mi sono venute forse un po’ spesse e mi sono aiutata con degli stuzzicandenti per chiuderle.. ma sono rimasta molto soddisfatta dalla semplicità di realizzazione e dalla velocità di cottura; per staccarle dalla padella antiaderente è bastata una paletta e non si sono rotte!

INGREDIENTI (per 3 crepes)

-250 ml di latte di soia;
-175 gr di farina (ho usato quella che avevo in casa, tipo ’00’)
-2 cucchiai di olio extravergine d’oliva;
-1 barbabietola pronta (quelle già confezionate);
-sale q.b.

crepes vegan

Ho mischiato il latte di soia, l’olio, la farina, aggiunto 1 cucchiaio di sale (la quantità di sale è a vostro piacere, io le preferisco saporite) e la barbabietola. Ho frullato tutto con il minipimer e lasciato riposare circa 20 minuti in frigo.

Con un mestolo ho versato parte del composto in una padella antiaderente precedentemente messa sul fuoco a scaldare (importante che sia ben calda). Il tempo di cottura è di circa 1 minuto per parte.

Ho staccato la crepes con una paletta e farcite con insalatina di valeriana, carote tagliate sottili, noci e rucola. Per il  condimento del ripieno ho usato olio extra vergine, sale e aceto balsamico.

Ho formato dei rotolini, che ho chiuso con degli stuzzicadenti e li ho tagliati a rondelle prima di servirli.

Et voilà! Un piatto leggero, sfizioso e di grande effetto!

Aspetto i vostri commenti :-)